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Siamo giunti alla stazione più dolorosa; quella della morte! Gesù ha patito molte sofferenze lungo questo “cammino della croce”, ma sicuramente questa è la più umiliante. Lui, figlio di Dio, costretto a morire tra due ladroni e in croce. Ma proviamo per un attimo a pensare quante persone sono morte nel giorno appena trascorso. E a quante sono morte sul lavoro, in guerra, di fame oppure nel grembo della propria madre nell’omicidio dell’aborto.
Simbolica è la storia di Carmelita, morta, secondo i suoi colleghi, a causa “degli straordinari”. Carmelita era una cucitrice che confezionava abiti morì dopo una lunga serie di straordinari notturni nel corso di una stagione lavorativa particolarmente intensa. Tutto questo accade in posti dove l’assistenza sanitaria per i lavoratori è praticamente inesistente, i sindacati sono osteggiati dai datori di lavoro e i turni sono infiniti.
Non si possono dimenticare le tante vittime innocenti della guerra, una fra tutte l’inutile guerra in Afghanistan, servita solo a togliere qualche sfizio ai potenti della terra. Come sono inutili i ripetuti attentati che si susseguono nei territori occupati, in cui ad andarci di mezzo sono sempre i civili.
Anche tu, Gesù hai subito una morte ingiusta, anche tu hai subito tante sofferenze per colpe non tue ma ci hai salvato insegnando a tutti, su quella croce e con in testa una corona di spine un valore importantissimo: il perdono! Questo deve essere il nostro esempio nel vivere quotidiano: perché con il perdono si sconfigge anche la morte!

Paolo

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