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Quella mattina di circa duemila anni fa, Simone di Cirene, svegliandosi per andare a lavorare certo non avrà pensato che, la sera stessa, sulla strada del ritorno sarebbe stato protagonista di un episodio che gli avrebbe cambiato la vita.
Lui, un uomo sconosciuto, che forse neanche sapeva chi fosse Gesù, al termine di una giornata di faticoso lavoro si trova costretto, così ci dicono i Vangeli, ad aiutarlo nella salita al Calvario.
L’incontro del Cireneo con Gesù e con la croce è un incontro quasi casuale, certamente non programmato; ma, nonostante la sua brevità, è un incontro significativo.
Non dev’essere stato facile neanche per il Cireneo portare il peso di quella croce; intimidito dalle minacce dei soldati o forse mosso dalla compassione per quell’uomo condannato a morte, Simone, però, non si tira indietro, non si sottrae a questo compito; così facendo inconsapevolmente, ha detto il suo sì, entrando di diritto nella storia della salvezza dell’uomo.
Quest’incontro del Cireneo con Gesù rivela lo straordinario ruolo al quale anche noi siamo chiamati: così come nella salita al Calvario Gesù ha bisogno dell’aiuto dell’uomo così anche Dio nella costruzione della salvezza ha bisogno del nostro contributo.
Straordinaria novità, questa, per chi vuole sporcarsi le mani, per chi ha il coraggio di mettere la propria faccia, per chi indossa il grembiule per servire i fratelli.
Chiediamo al Signore di farci diventare, come Simone di Cirene, capaci di metterci in gioco accettando di portare la croce, ma chiediamo anche che, quando la stanchezza o la distrazione ci sorprendono, ci venga data la possibilità, seppur costretti, di essere prossimo per qualcuno.

Alberto

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